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ory senza pannolino e (quanto manca ai miei) mocassini N.21(?)

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più bella cosa non c'è dei mocassini con cristalli N.21


mia mamma mi ha tolto il pannolino. così, tutto a un tratto, ieri. sciagurata. e poi pensa pure che sia normale, stare senza pannolino. ieri è venuta a trovarmi una bambina con le scarpe viola che a un certo punto ha detto "pipì" e la sua mamma l'ha messa su un water e, appena l'ha fatta, tutte le mamme l'hanno festeggiata con gridolini e visibilio. subito dopo, la mia mamma, si è gasata e l'ha tolto anche a me, il pannolino. questa mattina l'ho vista che parlava fitta fitta con papà del mio pannolino. poi, l'ho sentita, ha chiamato nonna e ha ricominciato a parlare del mio pannolino. oggi, in macchina, pure con l'auricolare si è messa a parlare del mio pannolino. ne è ossessionata. credo abbia pochi interessi nella vita, la mia mamma, pensa sempre e solo al mio pannolino. a mia sorella l'ha lasciato, però. dice che lei è ancora piccola. bella la vita, dico io. little se ne sta lì, seduta su un mare di costruzioni con il pannolino. io, senza. mamma dice che poi all'asilo non si può mettere. che neanche stewie ce l'ha. io, però, non le credo. l'altro pomeriggio ho visto un orsetto spuntare dai pantaloni di stewie. lui, il pannolino ce l'ha ancora, eccome. non ho voglia di fare questioni, ad ogni modo. e così sono senza pannolino. la mamma mi sorride sempre. sembra che abbia 90 anni e l'arteriosclerosi, mi chiede in continuazione. "ti scappa?". io dico, "no, mamma". e lei, dopo un secondo: "sicura che ti non scappi? vuoi provare?". va bene che sono piccola, ma mica sono la smemorata di collegno. sì, va bene, a volte dico che non mi scappa e poi la faccio. insomma, dopo 2 anni di pannolino, come si fa a capire quando tenerla, quando farla. vogliamo parlare di quando mi mette come uno struzzo imbalsamato sul water, mi fissa con gli occhi sbarrati e sussurra: "rilassati e prova a fare pipì". e va avanti a fissarmi. mi sembra di vivere in una casa di matti. allora dico che l'ho fatta così smette di guardarmi con quell'aria interrogativa. poi quando capisce che non l'ho fatta, fa finta di essere contenta lo stesso, ma io ho capito che non è poi così contenta. è che non so come gestirla 'sta storia del pannolino. prima il ciuccio, poi belfy e ora il pannolino. quante fatiche quest'anno. ma poi, uffa, il pannolino me l'ha dato lei, perché ora me lo leva? da quando sono senza pannolino mi devo cambiare tante volte al giorno, ma mamma dice che cambiarsi un sacco di volte è divertente, così possiamo giocare a fare le vallette di sanremo. lei irene pivetti, io Eva Herzigova. poi, mamma dopo che mi ha cambiato, lava tutto e stende. passiamo le giornate così. è tutto strano. che poi mamma ha il solito tempismo. quando me lo toglie il pannolino? quando si muore di freddo. dice che è primavera. sarà, eppure il cielo è sempre grigio e fa freddissimo. e io sono sempre bagnata. lei dice che quello che non ti uccide ti fortifica. non so bene cosa voglia dire, ma sembra sia una cosa saggia. a volte, in questi momenti di follia da pannolino, vorrei andarmene via di casa. che ne so, una settimana dalla nonna, per esempio. a cantare canzoncine e a mangiare polpette. senza ansia da pannolino. poi mamma dice: "prima di fare pipì, dimmi che ti scappa". ma come si fa? io le dico sempre pipì, subito dopo che l'ho fatta. come faccio a dire pipì, prima di farla. mica sono veggente. mica si può dire prima, no? come si fa a sapere prima quando si farà la pipì? ogni tanto penso che mamma sia una disadattata, una squinternata, una pazza bipolare. eppure è la mia mamma, non vorrei che non ci fosse. vorrei solo che fosse un po' più coerente e nel momento in cui decide di darmi una cosa poi non me la tolga all'improvviso. ma si sa, gli amici si scelgono, la famiglia no. io, infatti, ho scelto stewie. la parte più bella, di tutta questa storia è il vasino. un cane giallo e rosso su cui mi siedo quando guardo i cartoni la sera. non so a cosa serva ma mi diverte. mamma dice che quando avrò imparato a fare pipì senza pannolino ci faremo un bel regalo tutte e due che ce lo meritiamo. per me una bella bici con le rotelle, mica quelle cose strane senza pedali che si vedono in giro ultimamente. per mamma, invece, niente bici con le rotelle, ma un paio di mocassini mogano con dettagli di cristalli di cui non parla d'altro da più di un mese. sono di N.21 e dice che più bella cosa non c'è. ovviamente dopo me, little e papà. strano tipo, la mamma

ory

buona pasqua da oilnanoolamoda e da animal equality

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so che avreste preferito un'immaginetta effetto seppia di ory vestita da uovo di pasqua, belfy da colomba e io da torta pasqualina, ma questa volta ho trovato un filmato che mi piacerebbe condividere con voi. io non mangerò l'agnello a pasqua, per più di una ragione. non so cosa farete voi, ma quanto meno spero che qualunque sarà la vostra decisione, sia una scelta consapevole. e magari questo filmato di animal equality vi aiuterà a decidere.

buona pasqua e tanto tofu per tutti voi da ory, belfy/little/twd e da me



per saperne di più http://www.salvaunagnello.com

pensavo fosse parigi, invece era un adorabile calesse

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ory (camicia Bebò, pull Bonci), il vasino, barbapapà. un minuto prima di partire per la nostra pasqua. non a parigi 

e così questa è stata la seconda pasqua noi 4. un anno fa, mentre dipingevo uova sode con pennarelli lavabili e belfy nel marsupio, ci immaginavo a parigi. tutti puliti, ory&belfy a piedi, marito piuttosto snello e con una giacca nuova, io avvolta in un cappottino aperto color blu klein, con un paio di Nike multicolor ai piedi, jeans skinny con minuscolo risvolto. T-shirt bianca (e floscia) e una felpa grigia. la solita felpa grigia che ancora non ho comprato. quella morbida, di un grigio non troppo chiaro, super basica. senza nemmeno una scritta. a metà tra flash dance e Comme des Gar çons. invece, eccoci qui: pasqua 2013. senza pannolino. con belfy che cammina (apriti cielo), a quota 1600+previsioni di bufera praticamente ogni giorno. no, a parigi non ci siamo andati, dunque. però abbiamo mangiato una specie di croque monsieur ad alta quota, ory si è cambiata d'abito per la sedicesima volta nel bagno di un ristorante di fronte a benedetta parodi, belfy ha fatto gardening in tutte le fioriere della val di susa, io ho avuto il coraggio di offrire ai parenti una colomba vegana che, stranamente è avanzata. poi, abbiamo provato un quad rosa confetto abbandonato fuori dal bar della seggiovia da qualche bambino russo, abbiamo comprato, poi smontato e rimontato, 2 trenini di legno, guardato le vetrine come le signore che si annoiano, saltato cercando di non pestare le righe tra un sanpietrino e l'altro, giocato a cu-cù con le mani sporche di uovo con le tende nuove di mamma, contato gli aghi di pino caduti sulla slitta di babbo natale. io, in seguito all'euforia dopo aver chiuso per la prima volta marichyasana d ho (aridaje) promesso a me stessa che davvero mi sarei impegnata a disintossicarmi dall'iphone. e invece della grigliata di pasquetta, abbiamo passeggiato un intero pomeriggio. noi 4. non c'era la tour eiffel all'orizzonte, né la cioccolata di angelina, ma tanti ellebori o giunchiglie, che ancora non abbiamo capito come si chiamano, minnie e distese di foglie secche da trasformare in tappeti volanti. domani è un altro giorno. giovedì. io me ne andrò a milano a vederethe little black jacket di Chanel. ory e belfy resteranno qui. ory si deve allenare con il monopatteto nuovo (trad. monopattino), belfy ha un conto in sospeso con i pastelli di cera caduti nel buco del bidet in bagno. il mio bagno. insomma, tutto perfetto

belfy (cappello Stella McCartney, piumino Moncler, pull oversize, Petit Bateau, pantaloni a coste, Zara, scarponcini Bamby) in preda a un'estasi stendhaliana di fronte alla vetrina dei sogni (tempo di permanenza 3 ore e 02 minuti)
belfy in modalità gardening nelle fioriere altrui

ory (cappello Stella McCartney, giacca Moncler, pantaloni a coste, Bon-Ton, scarponcini Decathlon) non pesta le righe. mai 

ory, facendo attenzione che il bambino russo non se ne accorga, prova il quad rosa confetto

belfy, ory, barbabarba e la fioriera


il lentissimo e assai complicato conteggio degli aghi di pino sulla slitta di babbo natale, il giorno di pasqua
(pull grigio con cappuccio, Baby Dior)

pasquetta con gli ellebori/giunchiglie (belfy indossa scarpe stringate, Pepé)

belfy si rotola con immensa gioia su un tappeto di foglie secche

ory (jeans e sneakers, H&M) raccoglie fiori di origine nipponica. con minnie



the little black jacket di Chanel e alcuni pensieri sul matrimonio

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please welcome, lady Valentina Lagerfeld. perché io Karl Lagerfeld l'avrei voluto sposare, in un'altra vita. e saremmo stati felici. io l'avrei lasciato libero di trascurarmi per l'arte e avrei nutrito il suo ego. lui mi avrebbe insegnato a tenere i capelli in ordine e mi avrebbe messo a dieta. Karl Lagerfeld mi piace. sempre. anche quando non capisco certe collezioni, lui ha ragione. mi affascina il suo mondo. il fantastico mondo di Karl Lagerfeld. sa fare tutto e fa tutto. credo che non dorma mai, lui sceglie ogni cosa. non delega. e ciò mi rende molto più serena: non sono l'unica che non sa delegare. lui accentra, dirige, fa, disfa e rifà, disegna, decide, immagina, fotografa, racconta, costruisce. poi ricomincia da capo. se la canta e se la suona, insomma. è un tipo geniale che si è accorto di avere un talento multiplo. e lo valorizza. lui, quando vuole, dimagrisce. lui rischia ogni volta. perché, come ho già detto, alla fine ha ragione lui. lui fa tutto. alla manny tuttofare. non mi stupirei di leggere un comunicato della maison che annuncia che il risotto di ieri sera l'ha cucinato Karl Lagerfeld. eccome, se l'avrei potuto sposare. fossi stata più lungimirante da piccola avrei scritto un libro con questo titolo: mentre voi state perdendo tempo a correre dietro a simon lebon, io sposerò Karl Lagerfeld. peccato, non averlo fatto. ieri sera, avrei voluto dirglielo. essendo timida, ho sprecato come al solito l'occasione. è che mi sono distratta. distratta a pensare ai matrimoni. al mio con Karl Lagerfeld, in una vita immaginaria, a quello reale con marito che la prima borsa di Chanel me l'ha regalata lui. galvanizzante più di un anello di fidanzamento. e alla fine, ieri sera, quanto mi sarebbe piaciuto che ci fosse anche lui. ma vallo a schiodare, lui. attaccato a torino come una cozza allo scoglio. lui, che per amore mi ha convinto ad attaccarmi allo scoglio come una cozza pure io. poi, ho incrociato Vanessa Paradis e mi sono distratta, un'altra volta. lei è meravigliosa. bella come il sole. jonnhy o non johnny, lei è incantevole. esattamente come quando cantava joe le taxi. o come quando dondolava come un uccello ultraterreno in una gabbia. e chi se ne importa se johnny deep su quell'isola ci andrà con qualcun'altra. vanessa, per me hai vinto tu. take a walk on the wild side, come quando sussurravi lou reed con dave steward. paradisiaca.



ecco, sì, ieri sera c'ero alla rotonda della besana a milano, per l'inaugurazione della mostra itinerante The Little Black Jacket di Chanel. un progetto che ha coinvolto, oltre a Karl Lagerfeld e Carine Roitfeld, tantissime celebrities che hanno indossato l'intramontabile capo iconico della maison, interpretandolo in tanti modi diversi. le foto, bellissime, esposte nella mostra che sarà on stage fino al 20 aprile 2013 sono, ovviamente, tutte di Karl Lagerfeld. e secondo me anche il risotto. quindi ecco,
 The little black jacket by oilnanoolamoda
firmato lady, Valentina Lagerfeld




suor valentina dell'ordine degli chanelliani scalzi in un momento di estasi prima di uscire di casa per immergersi tra gli scatti della mostra fotografica The little black jacket

il dilemma della scelta (giacca vintage, borsa e scarpe, tutto Chanel. T-shirt H&M.
collana con perle e cristalli, Tataborello). intanto fuori diluvia. e io mi metto le Converse All Star. tié

la foto simbolo, per me: Anna Wintour, di schiena
Anna e io. lei ha i capelli in ordine. io, come al solito no. 



chi scopre chi c'è nella foto a sinistra, vince un disegno di ory
tho, guarda chi si vede? mammà
bruttina, Georgia May. ha preso da papà. no, da mamma
Carrie, mi manchi. non sai quanto
pare che lei sia di cuneo. io non so bene se crederci o meno
tra le mie preferite, Charlotte Casiraghi e Maria Carla Boscono
lei si chiama Diane Kruger e sta con pacey di dawson creek





chi se ne importa se lui sull'isola ci va con un altra, tanto tu stai una favola, parte I (Vanessa Paradis)
chi se ne importa se lui sull'isola ci va con un altra, tanto tu stai una favola, parte II (Vanessa Paradis)
chi se ne importa se lui sull'isola ci va con un altra, tanto tu stai una favola, parte III (Vanessa Paradis)
chi se ne importa se lui sull'isola ci va con un altra, tanto tu stai una favola, parte IV (Vanessa Paradis)
chi se ne importa se lui sull'isola ci va con un altra, tanto tu stai una favola, parte V (Vanessa Paradis)


io una collaboratrice domestica così non l'assumerei mai
Laetitia Casta (un po'  Dolce&Gabbana, in Chanel)

Yoko Ono che io non ho mai ritenuto responsabile della rottura dei beatles






l'allestimento della festa


James Blake


gli amici di James Blake

tipo, un lampadario piccolo piccolo?



ci sono anch'io. chi mi trova vince un disegno di belfy


e ancora, Carine Roitfeld che potrebbe essere Coco Chanel. perché in fondo, la tempra è la stessa

buonanotte. alla prossima, porterò pure voi, care le mie ory&belfy. questa è una promessa 



è successo. l'ho dimenticata (mia figlia)

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Bianca Jagger



ho chiuso belfy fuori casa. l'altro giorno. sono entrata, ho chiuso la porta. e ciao. poi ho sentito piangere. la porta piange? che strano. sarà un uccello. eppure continua. ho aperto la porta e ho visto belfy. appiccicata alla serratura come un post-it. me la sono dimenticata fuori dalla porta. mi era successo un'altra volta qualcosa di simile, con il cane, qualche anno fa. è rimasta sullo zerbino per 2 ore, povera siGnorina. belfy fuori, c'è rimasta almeno 5 minuti. ci sono mamme che non escono di casa senza tacchi a spillo, mamme che insegnano ai figli a piegare il pijama a 2 anni e mamme che soffrono di sindrome da shopping compulsivo e che si dimenticano i figli fuori dalla porta di casa. come me. mi dovrei fare delle domande. ma soprattutto cercare delle risposte. ho dimenticato mia figlia fuori dalla porta di casa. nemmeno fossi Bianca Jagger, ai tempi di Mick, dopo una serata allo Studio 54.


allo studio 54

dancing Bianca

con Haston e Liza Minelli, sempre allo studio 54

sulla mitica copertina di Vogue


con Andy Warhol



come non amarli, loro due?

the wedding. altro che chignon

la sposa più bella


backstage


allo Studio 54



stola o animale da compagnia?

sunday Bianca

pisolino

saranno stati ad albenga anche loro?

ognuna di noi merita un tutù nell'armadio



e un cappello con la veletta

e un ex come Mick Jagger 
una notte a cavallo. Studio 54


go west


smoking/smocking






alcune cose che so su gli uomini. tipo che non fanno mai le analisi del sangue

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ory&belfy su abbracciano



adorate bambine mie,
le persone non cambiano, ma gli uomini sì. sono una specie in evoluzione costante. ho visto uomini mangiare bacche di goji. ma non ne farò i nomi. l'importante è che non si accorgano mai di essere cambiati. gli uomini, se hanno meno di 90 anni, non fanno mai le analisi del sangue. è un assioma semplice e assoluto. basta andare in qualunque laboratorio e ospedale tra le 7 e le 10 del mattino e, in coda, non si scorgerà nemmeno un uomo. solo donne o ultranovantenni. uomini, no. mai. solitamente, gli uomini neppure leggono i libri. si limitano ai quotidiani. soprattutto quelli rosa. se avete incontrato un uomo che legge libri, diffidate, potrebbe essere un falso. gli uomini bevono e fumano. e, quando bevono e fumano, ridono di cose che alle donne non fanno ridere. gli uomini credono e difendono l'amicizia. gli uomini riparano cose. poi le rompono e le riparano ancora. gli uomini guidano molto bene, ma non se ne intendono di strade. e soprattutto, quando sbagliano, non chiedono mai indicazioni. non ci riescono, è genetico. trattasi della diffusissima sindrome del dito indice bloccato e incapace di schiacciare il pulsante del finestrino per chiedere informazioni al passante. in svezia esistono interi padiglioni ospedalieri dedicati a questo problema. agli uomini piace un programma che si chiama il trono di spade. e quando guardano il film il gladiatore, si immedesimano. gli uomini preferiscono le ragazze in sovrappeso rispetto a quelle magre. meraviglioso concetto di cui non riusciamo a farci una ragione. per cui continuiamo a vivere infelici. noi a dieta. loro a sognare la cugina brutta di scalett johanson come fidanzata. gli uomini hanno pochi vestiti e non buttano mai via quelli vecchi. infatti, agli uomini piacciono le toppe. gli uomini hanno solo 3 paia di scarpe e una giacca invernale che non tiene caldo. forse gli uomini non sentono il freddo. gli uomini non sanno se quello alto è Dolce o Gabbana. loro ignorano pure il concetto di alta moda. pensano sia uguale al pret-à-porter. ma, a differenza nostra,  hanno ben chiaro in mente cosa significhino fuorigioco e derivati bancari. gli uomini non cambiano i pannolini dei bambini. e sbagliano quasi sempre i regali, anche se si impegnano molto. infatti, si lasciano suggerire ma poi si prendono lo stesso il merito. il blu è il colore preferito degli uomini. come dolce ordinano il tiramisù e non si tirano mai indietro di fronte a una grigliata. gli uomini abbracciano poco, ma noi glielo insegneremo. allora sì che saranno perfetti.

casual friday - in blu (is my new obsession) al fuori salone (milano)

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come mi vestirei oggi se non abitassi con gli alieni. anzi, come mi sono vestita per davvero oggi. pure con gli alieni (in marcia al fuori salone, a milano con tanto di passeggino doppio e bambole Corolle)

voglio vivere così. in blu
(abito con balza ruches sull'orlo e decoro si cristalli sul colletto, borsa a tracolla di ecopelle 
effetto coccodrillo con stampa pitone e dettaglio di ecopelliccia, tutto Stella McCartney. 
borsa matellassée con tracolla a catena e ballerine con camelia applicata, tutto Chanel. giaccone 
di cashmere prestato da mamma, Loro Piana. calze, sempre di mamma, Calzedonia. occhiali, ray-Ban)

tristezza di mamma al fuori salone

oh, che disperazione essere qui a trottare per quasi una settimana. uh, che dolor, pure il passeggino doppio mi sono dovuta portare. povera me. povera. 

pronti via 1 (trova l'oggetto mancante)

pronti via 2 (soluzione: il passeggino doppio con ory&belfy che si tirano i capelli)

oilnanoolamoda per Pepe Jeans London. con 50 Cent e Jay-Z

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Jay-Z e 50 Cent discutono di massimi sistemi



e così siamo partite. ory, belfy e io. direzione milano, fuori salone. annessi&connessi. 5 giorni. viaggio interspaziale dalla campagna piemontese alla metropoli tentacolare, che nella settimana del design pare di essere a berlino con le olimpiadi e un concerto dei beatles che john lennon è resuscitato. ory, esaltatissima, regina incontrastata di stand, cubi design, gadget, adesivi, omaggi street, chiacchiere improvvisate con sconosciuti pettinati come lei, momenti degustazione. e una nuova, imprescindibile, passione da raccontare: il latte ai fiori d'arancio (thanks to Lavazza). belfy, indiscussa socialite dell'angolo del mangio a sbafo che sono bassa e nessuno se ne accorge. io, felice, di vederle ridere insieme. per la prima volta, dopo 15 mesi, giocare e tenersi la mano. tra un papero gigante, una composizione di tavolini di cartone e una festa per under 3 da 1.000 e 1 notte (presto su questi schermi). e #chisseneimporta se prima di mezzanotte non si è mai addormentato nessuno. la vita è una. e a noi, piace così, come cantava vasco, una vita spericolata, di quelle che non si mai.


eccoci qui, milano day 1, (vasco), ory, belfy e io, a festeggiare i primi 40 anni di Pepe Jeans London, interpretando la collezione primavera-estate secondo noi. per ory, nel ruolo di 50 Cent : felpa a righe bianche e rosa con cappuccio e zip, Pepe Jeans London Kids. per belfy, nel ruolo di Jay-Z: felpa rosa fluo con cappuccio e zip, Pepe Jeans London Kids. io, invece, ho scelto una giacca di felpa con interno foderato in cotone a righe bianche e blu+camicia di cotone con dettagli ricamati tono su tono+i miei inseparabili jeans skinny, tutto Pepe Jeans London+collane, Tataborello. completano il look le borse che ory&belfy hanno ripetutamente cercato di distruggere per almeno 40 minuti. sempre, Pepe Jeans London. 

special thanks to anna, iole e tutte le ragazze dello studio orioles che continuano a sorriderci nonostante, stagione dopo stagione, i nostri assalti al buffet si facciano sempre più invadenti. 
(in taxi, tornando a casa, ho trovato un pezzo di farinata di ceci nel calzino di belfy). 



50 Cent controlla il corretto funzionamento di una zip, mentre Jay-Z prova a mordere la tracolla, pensando sia un panzerotto ripieno di formaggio di capra


50 Cent esulta. ha aperto e chiuso una zip al primo colpo. Jay-Z lo osserva ammirato e punta il manico

mentre 50 Cent intona una strofa di in da club, Jay-Z mostra un passo di danza

buon compleanno, Pepe Jeans London!




il fuori salone secondo noi e le 10 regole per sopravvivere a una trasferta cultural-itinerante con 2 nani sotto i 3 anni

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et voila, #oilnanoolamodameetdesign. ovvero, oilnanoolamoda in gita a milano. per ory, che piange perché vorrebbe entrare in un negozio di sigarette elettroniche (aiuto): pull Baby Dior, jeans H&M e stringate Pepé. per pret-à-maman: borsa Falabella di Stella McCartney con catena oro, giacca di lana, Max Mara, jeans JBrand, sneakers Converse All Star, collana Tataborello. per bambola Corolle: abiti vintage

un po' del nostro fuori salone milanese. la settimana in trasferta più bella da quando ory&belfy sono nate. abbiamo anche preso aperitivi a orari canonici, camminato per ore e incontrato amici. come gli esseri umani. un sogno. forse, basta organizzarsi. ecco, quindi, le 10 regole per affrontare una trasferta cultural-itinerante con 2 nani sotto i 3 anni:

1) riempire i biberon con acqua gasata, al posto della naturale. i nani impazziranno di gioia, si esalteranno, ma soprattutto si sentiranno ribelli come se stessero bevendo assenzio alla festa dei 18 anni di Charles Baudelaire. per cui, romperanno meno le scatole

2) portarsi dietro il passeggino doppio, anche se loro vorranno camminare. vi salverà dai momenti di fiumana umana, non vi perderete la creatura in mezzo a un gruppo di coreani e, mal che vada, userete il passeggino come maxi trolley. per trasportare cataloghi, panini, maglioni, impermeabili, ombrelli, pannolini di ricambio, salviette umidificate, bambole e peluche abbandonati di fronte al primo baracchino di panzerotti, acqua gasata, borsa, macchina fotografica, gadget raccattati dalle creature durante la trasferta, fiori raccolti in mezzo alle aiuole comunali (grazie, signor vigile, per averci graziate)

3) (questa è una prova molto difficile) pensare che la vita è bella anche se loro si tuffano in una pozzanghera quando siete lontanissimi dall'albergo e da H&M o Zara Kids. e se si ammaleranno, ciccia. ne sarà valsa comunque la pena

4) fermarsi in tutti gli stand dove offrono qualcosa da bere o da mangiare gratis. ingozzare la creatura e poi proseguire

5) vestire i nani molto bene e un po' in linea con la manifestazione/città che si visita. gli stranieri lo adoreranno e cominceranno a tentare di interagire col nano in questione. e per voi genitori, saranno almeno 10 minuti di pace interiore

6) telefonare a tutte le amiche/amici/parenti che avete nella città/fiera/manifestazione che state visitando. i nani ne saranno felici. e 4 occhi sono meglio di 2. se poi i nani sono 2, come le mie, è indispensabile

7) muoversi sempre con i mezzi pubblici. niente più di un tram esalta il nano. manco fosse a bordo dell'enterprise con peppa pig al volante. per salire e scendere con il passeggino, no problem. tale sarà la vostra condizione di saltimbanco desperados, che vi aiuteranno anche le vecchiette

8) siate logorroiche. e intrattenete i nani con racconti continui. va bene anche parlare a caso, purché si parli. fate loro tante domande e raccontate tutto quello che vedete. così si sentiranno partecipi della nuova avventura. spiegare, spiegare, spiegare. e se si tratta di rane fluo attaccate ai balconi, inventate pure la qualsiasi pur di coivolgerli. va bene anche la storia di una fuga di renne aiutanti di babbo natale che si allenano durante l'anno e per non farsi scoprire dai bambini si travestono da rane. vale tutto

9) quando è tardi e l'ora x (del delirio) si avvicina, seduceteli con la promessa di un aperitivo. i nani sono inclini al vizio esattamente come noi. meglio qualche patatina in più e un succo di frutto chimico piuttosto che 3/4 d'ora di urla

10) lasciateli toccare tutto quello che vogliono. e se buttano giù qualcosa, tipo magari un'opera di Fabio Novembre da un trilione di euro, fate i vaghi e fingete che non siano figli vostri. a volte, funziona



tipico esempio di renne travestite da rane che si allenano per il 24 dicembre. sui navigli

la sigaretta elettronica parte II: ory continua a piangere e vuole entrare (aiuto II)

la sigaretta elettronica parte III: momento stalking. ory non molla la porta del negozio (aiuto III)

l'avvistamento del papero allo spazio Rossana Orlandi, il preferito di ory&belfy

"mamma, posso fare il bagno p'pero?"


ory individua un buffet da Rossana Orlandi


nonna, belfy, passeggino doppio, Corolle, avvistate all'ingresso del ristorante dove belfy ha scroccato un grissino da Rossana Orlandi

ory e il grissino di belfy

idee da copiare pensando alla prossima festina, da Rossana Orlandi

ory e the cube. zona tortona, via bergognone
il paradiso all'improvviso. Chanel da Cardi Black Box

 basterebbe così poco per essere felici. alle volte una giacca, e una borsa



il look Chanel preferito da ory alla presentazione della collezione autunno-inverno, alla galleria Cardi Black Box
(ehi, tu, ragazza di Chanel che ci hai fatto i complimenti. grazie, grazie, grazie. è che sono timida e non so mai cosa dire. mica penso che qualcuno mi legga veramente, sai? però mi hanno fatto molto piacere le tue parole. grazie!)



il look di Chanel scelto da belfy, ovviamente più rock

un momento di indipendenza di belfy allo spazio Lavazza di via savona, mentre aspetta di degustare un bicchierino di latte ai fiori d'arancio
ory, belfy e il latte ai fiori d'arancio allo spazio Lavazza

ory fa amicizia con un gruppo di francesi a cui mostra l'angolo delle capsule per le macchinette del caffè


e alla fine si torna a casa. in Stella McCartney, però


la prima febbre non si scorda mai

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belfy (cardigan di cotone con fili di lurex, Cos. leggings, H&M, ballerine, Naturino), 39°, prova a fare un puzzle di ory, con scarso successo


belfy e il puzzle 2

ory (che si ispira liberamente alla collezione Valentino autunno-inverno 2013-14, indossando un colletto di lana fatto a mano, Lana Handmade, http://lanahandmade.storenvy.com) raccoglie un fiore per belfy

ory mostra a belfy il senso della primavera

belfy, 39°, cerca di mangiare una coccinella  (ory&belfy indossano entrambe  ballerine con il cinturino, Naturino)

ory mostra a sua sorella come sconfiggere gli acciacchi, con l'esercizio fisico

belfy prova a saltare ma la testa le gira

meglio tornare sul puzzle, pensa belfy con 39°, magari in casa. che mamma non vuole si stia al sole con la febbre


la prima febbre non si scorda mai. un po' come il primo amore. il mio, di primo amore, aveva un motorino booster viola e il primo giorno che mi è venuto a prendere a scuola, in quarta ginnasio, indossavo stringate clark blu, pantaloni a sigaretta, polo bianca e cardigan. mi sentivo elegantissima. siamo stati insieme tre anni e ci siamo divertiti molto. io, per colpa sua, ho saltato tutte le lezioni di inglese del british centre e ora, infatti, lo parlo come aldo biscardi. adesso, il mio primo amore è sposato con una ragazza milanese che mi piace parecchio e, ogni tanto ci vediamo ancora, siccome torino è piccola e siccome sono amica di sua cognata. la mia prima febbre, invece, non la ricordo, ma di sicuro è stata importante: è la prima volta che una persona fa vedere di che pasta è fatta. caro batterio, pensavi di farla franca. e invece, no. io sono una dura e lotterò fino all'ultimo cucchiaino di minestrina.è la vita. la febbre racconta il senso della vita, per me. la lotta per la sopravvivenza. ecco, perché non mi piace prendere la tachipirina, tranne in casi di delirio, né tanto meno darla alle mie figlie. la prima febbre di ory è stata a 1 anno 2 mesi. ovviamente, il primo week end in cui marito e io avevamo deciso di andare a ballare dopo glaciazioni. e invece no, ho abbandonato gli agnolotti a metà e non sono neppure riuscita a mangiare il dolce. ho passato quasi tutta la notte con ory in braccio e con 567 asciugamanini bagnati al posto del comodino. il primo amore di ory, invece, si chiama stewie, che poi è anche il bambino che le ha attaccato la sua prima febbre. quindi il primo amore di ory equivale, in fondo, alla prima febbre di ory. stewie, poi, è anche il figlio della mia amica che è la cognata del mio primo amore. la prima febbre di belfy, invece, è cominciata ieri, a 1 anno e quasi 4 mesi. probabilmente è di origine meneghina, spero sia una febbre presa alla festa per nani di Dolce&Gabbana, così belfy potrà sempre raccontare che la sua prima febbre è stata una febbre molto chic. la questione è che la prima febbre del secondogenito non si affronta mai come la prima del primogenito, ma a pizza e fichi. altro che nottate con la creatura in braccio. belfy di asciugamanini bagnati non ne ha visto neppure mezzo. e io ieri sono andata a yoga, poi a comprare la torta per il compleanno di una mia amica, amica della mamma di stewie, e la sera sono anche uscita, ho bevuto un vodka tonic e sono tornata a casa alle 2. oggi, belfy ha ancora la febbre, mi sta attaccata come una briciola al divano e non mi molla. ma in fondo, neppure mi dispiace. il primo amore di belfy, infine, è un bambino di milano, città dove ora abita il mio primo amore con la sua famiglia che poi sono parenti del primo amore di ory, cioè stewie. tornando al primo amore belfy, stratta di un bambino di milano. lo ha incontrato ai giardinetti di piazza della vetra. aveva un maglione rosso e una bicicletta da grande. lei lo ha seguito. si sono sfiorati la mano cercando di suonare il clacson. poi lui se n'è andato. sedotta e abbandonata. e non è servito neppure il solito biscotto al miglio per farglielo dimenticare, ma ben due. la prima febbre di belfy, che chissà magari l'ha presa proprio dal suo amore crudele ai giardinetti, questa volta l'ha attaccata, lei, a stewie. che è il primo amore di ory, ma anche il figlio di una mia amica, che ieri sera era fuori con me, pure lei nonostante la febbre di stewie, e che è la cognata del mio primo amore che abita a milano, a due passi da quegli stessi giardini dove belfy è stata sedotta e abbandonata dal suo primo amore. brooke logan, fatti più in là


belfy (pull multicolor, Cos. jeans, H&M, stringate, Pepé) e il suo primo amore meneghino



e per chi non avesse capito un tubo di tutti questi giri di parentela e amicizie e volesse dilettarsi nella più semplice e immediata arte dello shopping salva look per mamme sciattone, eccoci qui, ospiti delle mitiche Funky Mamas: http://www.lefunkymamas.com/cerano-una-volta-i-magici-bijoux-di-lanvin/

quel giorno che siamo state alla festa di Dolce&Gabbana. con batman e robin

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eravamo la principessa, belfy e io 

ci siamo tappate da gran ballo.

ory: gonna di tulle, Boinpoint + camicia con colletto ruches, Bebò
belfy: abito svasato anni 60, Bebò + camicia a stelline, Zara Kids
io: camicia con decoro di cristalli sul colletto + pantaloni palazzo a pois asimmetrici 
+ zeppe argentate + tracolla con dettagli savana, tutto Stella McCartney

da gran gara. nemmeno fossimo dovute andare alla cerimonia degli oscar per la premiazione come attrice non pratogonista di belfy per il ruolo di zombie mignon nella quarta stagione di the walking dead. no, di più. molto di più. siamo state alle festa per nani di Dolce&Gabbana e Vogue Bambini. tema: principesse e supereroi. una festa dalle 1.000 e 1 notte. pizzi, corone, bacchette magiche, thé delle 5 p.m. formato XS, burattini siciliani, pop-corn in technicolor cucinati, forse, dall'incredibile hulk. batman, robin. ory&belfy. tutto è cominciato qualche settimana fa. ricevo una mail:

Dolce&Gabbana ti invitano a trascorrere un pomeriggio in compagnia di principesse e supereroi. merenda, musica e tanto divertimento. bla bla bla. siete pregati di confermare la vostra presenza, indicando se sarete accompagnati da principesse o supereroi
rsvp

e adesso? no, dico io, e adesso? beh, certo che veniamo. saremmo una principessa (ory), la mamma di una principessa (io) e, poi, beh, poi, ci sarebbe belfy. principessa? mmmh, beh, no, ecco, direi di no. supereroe? possiamo provarci. di metterle il tulle non c'è verso. le ballerine, neppure. la corona, figuriamoci. Converse All Star, al limite. poi, piange sempre. va beh, facciamo che io mi accredito con una principessa + un supereroe. e poi, durante il party, mi cimenterò nell'incredibile impresa di trasformare belfy, aka the walking dead, in una principessa. ecco come è andata.

che la festa cominci


guarda, belfy, che la principessa è una bella persona. tipo la zia. ti puoi fidare. ha trovato pure un principe, sai? è una ragazza arrivata, una di quelle che possono dare buoni consigli di vita, sai?

ecco, belfy cara, vedi, l'incoronazione è un momento speciale. una corona è per sempre. basta crederci


no, belfy, la principessa non ha fatto un cameo in the walking dead. ti stai confondendo

dai, belfy fidati, è meglio essere principesse nella vita. un principe fa la differenza. poi chi te le cambia le lampadine?


fidati belfy, batman e robin non hanno nulla in più di lei. è lei quella furba. fare da sé vale per tre per carità, ma dopo tutta la vita con le maniche rimboccate come un supereroe fidati che sognerai di trovare un principe azzurro che ti parcheggi la macchina. credi a me. guarda ory, com'è felice nel suo tulle (grigio smoky)



dai, belfy, ripensaci, sei proprio sicura di quello che dici? vuoi andare da batman e robin?

e così fu. appesi al chiodo un ipotetico futuro da principessa, trine, pizzi e fiocchetti, belfy andò per la sua strada. la stessa di hulk, spiderman, batman e robin


cercando, subito, di far capire ai suoi nuovi colleghi di che pasta era fatta


sotto lo sguardo rassegnato di ory in tulle Bonpoint e della mamma di ory&belfy (sullo sfondo) in Stella McCartney

non mi resta, quindi, che sognare ancora un po', ricordando quel momento in cui pure tu, belfyna mia, sembravi aver capito che quella furba è la principessa, mica spiderman che fa i salti mortali per portare a casa la pagnotta


e sognerò, sognerò, sognerò, guardando quella foto in cui sembriamo una vera famiglia reale

e, chissà, magari, pure tu, un giorno, pur restando un supereroe, imparerai a travestirti da principessa, per ingannare l'apparenza, che le donne forti fanno troppa paura. e, appese le Converse All Star al chiodo, sceglierai abiti bianchi, giacchine affilate, dettagli di pizzo e piccole ruches. io ci voglio credere ancora
(Dolce&Gabbana primavera-estate)


casual friday - everyday is a wed-day

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come mi vestirei oggi se non abitassi con gli alieni

(abito lungo di macramé con inserti di tulle laterali e baschina, decolletées con platform, 
tutto divinamente Stella McCartney)


caro marito, se solo potessimo sposarci ancora una volta...
in alternativa una festa tema wedding, no?
o almeno bianco?
o lungo?
o Stella McCartney?
hollywood?
grigliata veggy tema baschina?

e dai..
stretching 1,2,3

con questo abito tocco il cielo con un dito (stretching 1,2,3)

eddai, sposami ancora

giuro che se lo fai, ti cucinerò polpette e sugo pomodoro e cipolla ogni sabato della nostra vita


stretching 1,2,3+belfy (in felpa Cos e leggings H&M)

oh, allora ci risposiamo per davvero. ah, no? va, beh, la grigliata tema baschina è perfetta lo stesso



io, la regina della grigliata veggy tema baschina

finché c'è vita, c'è speranza (di una vodka)

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belfy e io a milano, per il nostro primo aperitivo insieme. foto by a gipsy in the kitchen (lei, la mia amica che ha ordinato la vodka per me e una montagna di bustine di zucchero da ammonticchiare per belfy)


basta non mollare. e guardare avanti, che da qualche parte, laggiù in fondo al tunnel del cugino lunghissimo del san bernardo&san bernardino la luce c'è. fioca, impercettibile, confusa, ma felice. mamme, alzatevi in piedi, tirate indietro le spalle (e i capelli annodati) e fate qualche respiro profondo. ricordatevi che è solo una questione di tempo. che anche se di nani ne avete fatti 303 in 2 anni, poi alla fine tutto torna come prima. sì, certo. mamme sì, gioconde no. grazie. quasi come prima. per cui, niente, bisogna imparare ad aspettare. e a respirare come dice sempre il mio maestro yogi. che il respiro è un po' come l'acqua (o la vodka), sistema tutto. non c'è problema, è un attimo, il tempo vola. si sa

e, sì, mamme, un giorno lontano, anche voi/noi ritornerete a prendere un aperitivo. ordinerete una vodka alle 7 p.m. e guarderete un tramonto con i piedi ricoperti di sabbia e le mani ripiene di pistacchi. certo, magari con un nano che fa una montagnetta di bustine di zucchero sotto il tavolo 
o si riempie il naso di cannucce per fare il simpatico

ma sarà, comunque, bellissimo


si accettano testimonianze come segno di speranza per chi, quella luce lì, non l'ha ancora vista e al massimo alle 7 p.m. giusto una manciata di crema di riso. avanzata. dal nano delle bustine di zucchero 
grazie






dvf loves Gap kids. ory loves un chilo di farina nei calzini

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ory loves #dvflovesgap

"io peso tueno. tueno molto fotte fotte. tutto rosso che si chiama itao. sono milano pe' vedere dvfdfsgpkis. poi tonno casa mia. pima faccio 'scotti co' mia mica biacca. paura, poco poco, eiefante. batta foto, io già fatta. biacca fatta. mangiato p'nino motto bono"

(traduz. io ho preso un treno alta velocità. è rosso e si chiama italo. sono venuta a milano per vedere dvf loves GAP kids, la nuova collezione di Diane Von Furstenberg, il mito della mia mamma, per Gap Kids. ora sto tornando a casa, ma prima ho fatto i biscotti con la mia amica bianca. c'era un elefante grande e giallo sul muro che mi fatto paura. un poco. e siccome non ho voluto fare la foto con lui, ho detto alla mamma di averla già fatta prima, così mi ha lasciato in pace. la mia amica bianca, invece, l'ha fatta. la foto con l'elefante. poi, ho mangiato un tramezzino squisito, farcito con mozzarella e pomodoro, e sono tornata a sorridere)

estratto da un dialogo tra ory e una signora, tra i 100 e 120 anni, in metropolitana, 
per raccontare un'avventura fantastica:



il primo treno AV, la prima metropolitana. le prime, incredibili, scale mobili (per un totale di 5.600 entusiastiche salite e 5.601, altrettanto entusiastiche, discese), un pomeriggio eccezionale, imparando a fare biscotti di alta pasticceria (dai risultati estremamente creativi) con un grande chef, circondati da stampe safari e accessori pop. farina a pioggia, granella multicolor, teglie da lanciare e mestoli da sfracassare sul tavolo come fossero tamburi. la vita è una cosa meravigliosa. 

(la farina, poi, l'abbiamo portata a casa come ricordo di questo splendido pomeriggio. nei calzini)



ory e b. controllano le foto con il fotografo e concordano un grosso lavoro di post produzione che tuteli la loro immagine, subito dopo aver staccato la proboscite a un elefante di biscotto, aver rovesciato un chilo di farina, ingoiato 6 tavolette di cioccolato fondente, fatto mezzelune con la pasta cruda rosa e aver rovinato la carriera a un celebre chef.  tutto questo succede a #dvflovesgapkids



ory e b. fingono compostezza in un angolo del tavolo, lontane da tutti gli altri bambini, pochi minuti prima di cominciare a distruggere la cucina (e la carriera dello chef)

ory affronta le sue paure (l'elefante giallo sullo sfondo), mangiando un tramezzino

b., cuor di leone, intraprende una relazione amichevole con l'elefante



l'impasto nella vita è un momento molto delicato, soprattutto se mamma disturba come sempre

la tecnica delle martellate col mestolo sull'impasto. antichissima lavorazione di origine austro-ungarica

et voila. dopo tanta fatica. ecco la creazione di ory e b. : la torta di biscotti bicolore con scaglie di cioccolato fondente e pennellate di non si sa cosa


la fine della carriera di uno chef (quando tira fuori dal forno la mostro-torta di ory e b.)

ory e b.: una vita al massimo. al buffet

e poi l'abito scelto da belfy


e il top di ory (che ha deciso di abbinare a leggings verde smeraldo stampa tigre)

e ancora l'outfit tribale che belfy ha deciso di mettere alla sua festa di non compleanno. presto su questi schermi







grazie!
 #dvflovesgapkids  






dvf loves GAP kids è in vendita da oggi nei negozi di tutto il mondo, e, online, qui:

ahinoi



casual friday - come mi vestirei oggi se fossi andata al Coachella (e non al supermercato)

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attenzione
questo è un casual friday molto speciale
- come mi vestirei oggi se non abitassi con gli alieni -
- e se fossi andata pure io al Coachella -
invece di essere ai giardinetti con ory&belfy (che lecca lo scivolo)

(miniabito con dettaglio crochet, Zara Basic. stivali stringati di suède, Minnetonka.
 fascia multicolor, Missoni. borsa falabella crochet con catena dorata, Stella McCartney)


warning
attenzione
questo è un post un poco delirante
sani di mente, perditempo, seri, compìti e senza fantasia, astenersi

questa è la storia due amiche: gipsy  (in the kitchen ma pure outside of the kitchen) e pret-à-maman 
e del loro fantasmagorico, megagalattico viaggio a indio per il mitico festival Coachella

A/R in teletrasporto onirico con spock di star trek come stewart di bordo


warning
attenzione
questo è un post gemello
che potete trovare anche qui:

tanta fortuna a voi che leggete












hey (ho), amica. il prossimo anno, che ci si va per davvero?

mi piace pensare che da domani sarò molto più povera

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a te, che nel tempo di un click, vivrai con me (Tataborello) e che mi ricordi tanto la mia amata india

mi piace il cielo quando diventa viola pallido alle 9 di sera. viola pallido, non lilla, che il lilla non è la mia storia. tipo oggi. mi piace passare un'intera giornata all'ikea, anche quando scopro che non c'è neppure un tavolo rotondo che fa al caso mio e me ne esco con 6 sedie di pelle colorata che non ho ancora capito dove mettere.

mi piace guardare quei 3 vestiti di Stella McCartney che metterò a quei 3 matrimoni in cui ballerò fino alle 6 del mattino. mi piace leggere gli sms di mia mamma che mi racconta di aver incontrato una signora che agli hamptons era vicina di casa della nonna di Stella (McCartney) e che ricorda che fin da piccola, Stella, cuciva abiti alle bambole e voleva fare la stilista. la nonna (di Stella) pare ne fosse parecchio preoccupata. è una professione difficile. si sa. 

mi piace il mio yoga faticoso come una maratona di new york che mentre tutti pensano io stia meditando ferma come un totem, in realtà sto saltellando come una cavalletta. mi piace pensare che ory, belfy, marito e io staremo insieme per sempre. mi piace immaginare il nostro mese al mare come se fosse una vacanza. anche se poi della vacanza, quel mese, non avrà un bel niente. 

mi piace cambiare idea sulle persone e sulle cose. mi piace immaginare che presto potrò tornare nella mia amata india e perdermi tra quei colori che ogni tanto sogno la notte. mi piace stare da sola, quasi più che con gli altri. mi piace progettare di fare cose che tanto so che non farò mai. per sport. mi piace correre, tra l'altro, anche se sono negata e vado pianissimo. mi piace essere quasi sempre di buonumore. mi piace instagram. mi piace il miele d'acacia.

mi piace tanto leggere, anche se ormai è un'impresa titanica. infatti, mi sto specializzando nella lettura bionica. in mezz'ora riesco a scorrere un saggio di almeno 300 pagine. a balzelloni. a saltelloni. a strafalcioni. a supposizioni. alla carlona, insomma. sempre meglio di niente. mi piace scrivere per l'Officiel Italia e non vedo l'ora che esca il prossimo numero per sentire il vostro parere. io ne vado molto fiera. mi piace scrivere. scrivere è un po' la mia vita. mi piace passare tutti i giorni con ory&belfy e, per questo, mi sento una persona molto privilegiata. mi piace il mio blog perché mi obbliga a trovare il tempo per pensare. mi piacciono quelle persone che riescono a indovinare una strada. 

mi piace la mia amica Tata, che poi in realtà si chiama federica. che conosco da una vita, ma in fondo amica lo è diventata da poco. anche grazie al blog. mi piace perché ha saputo capire il suo talento. perché minimizza i suoi successi, quasi non fossero neppure i suoi. mi piace perché parla piemontese e fa dei pomodori gratinati pazzeschi. perché cucina come una star e suo marito è il re dei cocktail alle bacche di ginepro. e in fondo è anche grazie a lei, a loro, se sono davvero riuscita a diventare vegetariana, quasi crudista, quasi vegana, quasi macrobiotica, quasi un sacco di altre cose. che per sopravvivere a una cena a casa loro, il giorno dopo ho dovuto cambiare stile di vita. mi piace perché è gentile, generosa e molto creativa. perché ha un cane con delle ciglia lunghissime. mi piace perché è tutta la vita che si rimbocca le maniche e non molla mai. mi piace perché è allegra e positiva. mi piace perché è magra anche se mangia un sacco. e sembra francese. infatti, le francesi sono magre e mangiano. io no. mi piace perché le sue collane sono poesie che rendono una giornata grigia, una meraviglia. non hanno bisogno di tante parole. basta appoggiarle sopra una T-shirt bianca. per cui, amica mia, era ora che ti decidessi ad aprire lo shop online. da domani quel che resta della mia liquidazione potrà definitivamente dirmi addio. grazie. ti voglio bene anch'io.



mi piace guardare la gonna di Giambattista Valli della modella qui sopra e sapere che è mia.
lei la chiude, però. io no
finché c'è vita c'è speranza


enjoy:
http://shop.tataborello.com/it/




un primo maggio senza sindacato

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ory spiega a belfy il senso di un'installazione tra un piano e l'altro del museo di scienza naturali. ory&belfy indossano pull di cashmere a righe, Adisco Onlus by cashmere instinct for happy children only
belfy incontra finalmente un leone, eroe di tutte le sue fantasie

ory prova, con scarsi risultatati, a dialogare con un bambino finto circa l'annosa questione dello scioglimento dei ghiacci




il 1° maggio è la festa di tutti i lavoratori. quasi tutti. io no. che oggi, infatti, ho fatto il doppio turno.


con ory&belfy: sveglia, prepara il latte, lava, vesti, fai la torre, cambia, vesti la bambola, svesti l'orsetto, costruisci la casa dei pinguini, lega le stringhe, interrompi la rissa, cerca la calza, trova l'acqua, rimetti la scarpa. guarda, i cinghiali in giardino! cambia di nuovo, gonfia il palloncino, stappa i pennarelli, cerca di smacchiare la foglia blu sul golf (il mio), tappa i pennarelli, cambia, riallaccia le scarpe. interrompi la rissa.

con marito, che è malato: cambia l'aria, rifai il letto, prepara una tisana calda, ah già i biscotti, ecco i biscotti, sistema i cuscini, accendi la tele, spegni la tele, fai bollire lo zenzero, controlla la gola, no, non solo placche, beh forse qualcosa. non so, può essere. dormici su. prepara il riso, grattugia il parmigiano. impana il pollo. pure il budino? ma non eri malato? 

oggi è il 1° maggio e, questa mattina, per celebrare il mio doppio turno ho portato ory&belfy al museo di scienze naturali. da sola, che marito è malato. per il resto del giorno, credo che mangerò schifezze. per festeggiare. a meno che qualcuno non si decida a regalarmi un paio di espadrillas di Valentino in seta a pois. buon 1° maggio a tutti. pure a quell'unica categoria di lavoratori che vacanze, queste sconosciute. e il sindacato, neppure per sbaglio. buon 1° maggio, mamme

espadrillas a pois di Valentino.
verdi?

o blu?



rosa? sì, dai, rosa






quello che sta dietro. rafia compresa

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Dolce&Gabbana primavera-estate 2013


dietro ogni grande uomo, c'è una grande donna. dietro ogni brava mamma, c'è una mamma cattiva. tipo me, per esempio, che ci sono giorni che sembro la cugina intelligente, e per nulla leziosa, di mary poppins. e allora si canta, si balla, si colora, si ride, si fanno le bolle, si racconta e si esplora. e ce ne sono altri in cui non ho altri pensieri che una fuga in oriente. solo andata. perché dietro ogni donna, sappiatelo, c'è un costante istinto di viaggio. di isole. treni. stazioni. occhi allungati e cibi speziati. dietro ogni bambino, c'è quello che i suoi genitori sono stati. che il cielo ci aiuti, allora. ma va bene così. in fondo, dietro ogni angolo del fallato, c'è un Giambattista Valli che aspetta. basta avere la pazienza di cercare. dietro ogni nuovo incontro, c'è un potenziale compagno di vita. dietro ogni vodka tonic, dietro ogni quadratino di cioccolato, invece, c'è sempre lei, quella maledetta culotte de cheval. che poi, alla fine, si diventa pure amiche. e dietro ogni scelta sbagliata, c'è una lezione da imparare. o da dimenticare. insomma, nulla è mai come sembra. per esempio, dietro un abito di rafia di Dolce&Gabbana c'è tutto un mondo fantastico dove rifugiarsi ogni volta che lo si indossa. dietro ogni mamma, c'è una donna che un tempo portava una taglia 42. e che quell'abito si meriterebbe davvero di indossarlo. non dimenticatelo



Dolce&Gabbana primavera-estate 2013


sono mica una donna che si asciuga i capelli col phon, io

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Gwyneth, depurata, in mezzo alla natura. sicuramente in visita a una piantagione di bacche di goji



una mia amica dice che con tutte le bacche (&verdure&semi&pozionimagiche) che mangio dovrei essere wonder woman. invece, sono raffreddata. r a f f r e d d a t a. "come raffreddata? davveroooo?" embé. e che è? mica sono la donna bionica. con la vita che faccio, poi. corri di qua, corri di là. dormi 2 ore. prendi il treno, scendi dal treno. fai 1.000 ore di ashtanga yoga per 700 calorie ogni 90 minuti. tieni la posizione del corvo per almeno 10 respiri. poi prova a fare la barca, ma fatta bene, stando sui dischi. palleggiati ory, palleggiati belfy, e siGnorina e marito e ory&belfy che litigano. e mangiano e non dormono. e cantano, e urlano e schizzano. poi, ancora yoga, 2 ore in equilibrio su un dito

la doccia, poi con calma, quando trovi un buco. i capelli, beh quelli mica li asciugo col phon. sono mica una donna che ha il tempo di asciugare i capelli col phon, io. magari. ah, piove? eh beh, il tempo mica ce l'ho, lo stesso. anzi, meglio se piove, tanto bagnati lo sono già. i capelli. meno male che ieri pomeriggio, con i capelli bagnati, sono stata per più di 3 ore in un magazzino ghiacciato per cercare il cotone e lino più grezzo dello spazio-universo. e sono tornata a casa, ibernata come uno yeti. (senza aver trovato il cotone e lino). e poi, ci si stupisce se, ogni tanto, mi raffreddo. io e le mie bacche di goji. ma è un miracolo che io sia viva. ancora viva. che l'altra notte belfy mi ha tenuta sveglia dalle 3 fino alle 7. poi, ory, appena belfy ha chiuso gli occhi, ha cominciato a cantare fra martino campanaro, dormi tuuuu, dormi tuuu, suonan le campane, suonan le campane, din don dan come se fosse agli home visit di xfactor con elio. in mondovisione

va bene, ho il raffreddore. io e le mie bacche di goji. va bene, non posso perdere la faccia. devo fare di più. parimpampum. per tutti i poteri di greyscull. è deciso: ho bisogno di un'extra dose di energia magica. da oggi comincerò i 21 giorni detox di Gwyneth. niente alcool, caffé, pomodori, formaggio, uova, carne, melanzane, patate, zucchero, farine raffinate, prodotti confezionati, glutine, soia e derivati. ne uscirò sicuramente più bionda, più Gwyneth (in Antonio Berardi), più iron man. ma soprattutto marito, assomiglierà presto a chris martin. lo sento. che si aprano i 21 giorni detox


marito e io dopo i miei 21 giorni detox

il primo succo allo zenzero del mattino. mi sento già più bionda

Gwyneth e le sue amiche. lei è l'unica che non è raffreddata
io, tra gli scaffali del supermercato naturasì, con orrore mi rendo conto che la curcuma è finita.
 no, questo non può essere il mondo in cui ho scelto di vivere. no

quest'estate sul lungomare di albenga, dopo i miei 21 giorni detox







come tom cruise in jack reacher mi ha fatto pensare al non senso della bellezza

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anche i ranuncoli (e tom cruise) appassiscono. lo sai, ory?


alle mie figlie vorrei insegnare il culto della non bellezza. vorrei liberarle dalla schavitù dell'apparenza. vorrei allontanarle da una follia estetica che non lascia via di scampo. vorrei renderle indipendenti dalle paranoie di natura fisica. vorrei. non so se riuscirò. io che della bellezza, di abiti, di immagini e persone, ne ho perfino fatto un lavoro.

io che, come quasi tutti, non andavo mai bene. troppo alta, poi troppo bassa. troppo magra e poi, ancora, troppo grassa. con i capelli troppo mossi, troppo scuri. le gambe troppo corte e la pelle troppo chiara. con le lentiggini, poi. ma non si possono cancellare? perfino le braccia non vanno bene. anche loro, sono troppo corte. se faccio stretching, si allungano? o forse è il busto a essere troppo lungo? ecco, se fossi intelligente l'avrei capito. perché io sono troppo poco intelligente. mamma, perché non ho un talento? ah, se fossi nata con un talento, sarebbe stato tutto più semplice. almeno, avrei inventato qualcosa. io non ho mai inventato nulla. a parte la corsa con salto agli ostacoli alle vendite di Giambattista Valli, quando ancora era prodotto dalla gilmar (bei tempi che furono). se solo avessi saputo cantare come mina. o recitare come al pacino. o robert de niro. o ballare come isadora duncan. se almeno avessi compreso la matematica. niente.

tutta la vita a inseguire un ideale. a fare di più. perché non è mai abbastanza. perché c'è sempre qualcosa che non va. da migliorare. braccia corte comprese. e tutti quei pensieri buttati via. quelle energie sprecate a pensare a come essere più bella, più intelligente, più simpatica, più brava. più qualunque cosa. più simile a qualcun'altro che non sono io e che non so nemmeno chi sia per davvero. per cosa? per chi, poi? per me? per gli altri? misteri dell'universo. ecco.  almeno 1/3 di una vita passato a cercare di essere migliore. corri per dimagrire. cambia un taglio di capelli, che magari cambia tutta una storia. prendi il sole, che l'abbronzatura rende brillanti. anzi, no il sole fa male. truccati, struccati. mi raccomando la crema. dopo il latte detergente e il tonico. e l'anticellulite. e lo scrub. la maschera per i capelli. il vestito più pazzesco del mondo. ah, quello sì che ne vale la pena. mi piaccio. non mi piaccio. mi piaccio. non mi piaccio.

e poi? poi si invecchia. tutti invecchiano. poi spuntano i primi capelli bianchi. le rughe, che ormai ci si fa l'abitudine. e sono il segno della vita che va avanti. sono belle, alla fine, aveva ragione anna magnani. corri, corri, corri e corri. poi, accendi la tv e guardi negli occhi tom cruise. lui, bello come il senso della bellezza, sempre e comunque. che la prima volta che l'hai visto volare vicino a un mig 28, da piccola hai pensato questo è un miracolo della genetica, è la prova dell'esistenza degli dei. poi, ieri sera, accendi la tv e lo vedi lì, in un terrificante film dal titolo jack reacher. vecchiettino, lampadato, con le zampe di gallina, ancora senza T-shirt, ma questa volta con i pettorali flosci. oh, no. lui, no. lui, quel faro della notte che non perdeva mai un colpo. neppure a 50 anni suonati. lui, no. oh, no, ero passata pure sopra scientology. oh no, lui no. provi a pensare che è la vita che va avanti. ma è troppo. non ti levi quell'immagine di lui a torso nudo con gli addominali rinsecchiti e ti metti a pensare ai massimi sistemi. e capisci, grazie alle sue zampe di gallina, che hai perso un sacco di tempo dietro ai mulini a vento. se pure lui, quel miracolo della genetica che come faceva gli avvitamenti lui, nessuno mai, è diventato un vecchiettino quasi qualunque, quale chance avresti anche solo pensato di avere tu, ragazzina con le braccia corte? perché non l'hai capito prima. perché sono dovuti passare 30 anni di fatiche disumane, e paranoie kafkiane, per capire che tutto quel tempo dedicato a cercare di essere migliore secondo ipotetici e assolutamente personali canoni estetici è stato solamente inutile tempo gettato al vento? chissà quante altre cose avresti potuto fare. chissà se solo avessi canalizzato meglio tutta quella energia. magari saresti stata tu la nuova marina abramovich. magari saresti stata tu la nuova lorenza jovanotta. o la nuova franca battiata. o la nuova michelle obama. o la nuova rita levi montalcini. o la nuova grazia deledda. o elinor ostrom. chissà. meglio tardi che mai. ory e belfy, non cadete anche voi in questo beffardo tranello dell'esistenza. chissà. forse un mediocre film di tom cruise ci salverà
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