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tipico esempio di mamma molto triste, senza figlie, in discoteca (T-shirt a righe, H&M. collane, Tataborello. pantaloni, JBrand. e non si vedono) |
abbiamo un problema. un grosso, grasso, problema. altro che Raf Simons da Dior. altro che Giambattista Valli. altro che quei due gran maghi, più maghi delle bacche di goji, di Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli. altro che quella visionaria di Miuccia Prada. altro che quella funkysuperhero di Katie Grand. qui c'è grossa crisi. e noi abbiamo un grosso, grasso problema: i ragazzi, quelli giovani, molto più giovani di me, un po' più vecchi di ory, non si vogliono vestire per bene. ho fatto un tuffo nella gioventù. ho passato 2 notti e 1 giorno, sola con marito. senza ory né belfy. ho fatto colazione a letto. ho passeggiato riuscendo a guardarmi intorno, senza dovere tenere gli occhi fissi al pavimento, per evitare un tuffo di testa sull'asfalto dalla pedana del passeggino, una merenda di sanpietrini, un pediluvio nella pozzanghera di fango più grande del paese, uno strusciamento a tradimento contro la vetrina coi cani finti che dormono (e poi cadono a domino). no, altroché. ho preso un aperitivo a mezzogiorno. ho mangiato alle 14. poi ho guardato un film. come una gran signora. e poi sono andata in discoteca. ohhh. e ho ballato, ballato, ballato. un po' fuori tempo, cercando una canzone da riuscire ancora a cantare, una sensazione di casa, di già visto. davanti ai miei occhi, spalancati, non più scoiattoli, bambole corolle, piccole margherite raccolte senza gambo, né sogni di abiti da sera con colletti che spuntano. macché, solo calze lavorate, T.shirt sintetiche multifantasia (bianche non pervenute), pinzoni tra i capelli che neppure dal parrucchiere per separare le ciocche, mooolto più lunghi. tipo, giavellotti tra le ciocche, per capirci. calze velate, canotte monospalla animalier, individui di sesso maschile con collane al collo e meches (maledizione, ma siete uomini. uominiiiii. come il gladiatore. stessa specie. le meches?). e ancora, tiare con bustier di pizzo (lo giuro) e foulard al collo (tutti nello stesso outfit). stivaletti a pieghe-ammazza polpaccio portati con pantaloni di raso alla zuava. io ho visto cose che voi non potete nemmeno immaginare. e mi sono sentita persa. fino a quando non ho riconosciuto kiss me dei sixpence none the richer, proprio lei, remixata, ma sempre la stessa. fino a quando non ho scorto, in mezzo alla pista, un ragazzino, forse coetaneo di belfy, con una camicia azzurra e un pull di quell'incredibile tonalità che è il verde bottiglia, appoggiato sulle spalle. fino a quando non ho visto almeno due maglioni Stone Island e ho pensato a com'è bello, però, che questi giovani abbiano riscoperto Stone Island, che è un marchio del made in Italy che ho sempre amato tanto. fino a quando non mi sono ricordata di quella cartellina dal titolo paris che ancora giace sul mio desktop, colma di sogni, da pubblicare. allora, ho pensato che, sì, forse abbiamo un grosso, grasso problema, ma, in fondo, finché c'è vita, c'è speranza